Dai bisogni alla ricerca della felicità




Dai bisogni…
Maslow ci insegna che l’uomo tende a soddisfare dapprima i bisogni primari (fisiologici e di sicurezza), per poi sentire sempre più forte il desiderio di qualcosa legato alle relazioni umane (bisogno di appartenenza), fino ad arrivare ai bisogni di stima e autorealizzazione. In altre parole, quando una persona risolve i problemi legati ai bisogni fisiologici, di salute e di sicurezza, allora è spinto naturalmente verso la strada dell’autorealizzazione attraverso la scoperta e la valorizzazione dei propri talenti. Infatti nella ricerca di lavoro capita spesso di essere molto più flessibili e disponibili quando si è giovani, poiché si punta a produrre un reddito in modo tale da soddisfare i propri bisogni primari.
…alla ricerca della felicità
Il passare del tempo però spinge verso l’insoddisfazione per quello che si sta facendo e allora si avverte la mancanza di qualcosa di più astratto, intimo e profondo, che ha a che fare con il nostro essere: siamo spinti sempre più verso la ricerca della felicità. Infatti sempre Maslow sostiene che, mentre i bisogni fondamentali una volta soddisfatti tendono a non ripresentarsi, i bisogni sociali e relazionali tendono a rinascere con nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere. Ne consegue che l’insoddisfazione, sia sul lavoro, sia nella vita privata, è un fenomeno molto diffuso che può trovare una sua causa nella mancata realizzazione delle proprie potenzialità.
Le scelte di vita compiute sulla scia della ricerca della felicità si definiscono in maniera sempre più nitida man mano che si progredisce con le scelte scolastiche prima e lavorative poi. Tra ciò che serve e ciò che piace c’è un continuo confronto, quasi un duello, che non si esaurisce mai: scegliere l’una o l’altra strada dipende dalla nostra volontà di vivere la vita seguendo i nostri desideri e non solo i nostri bisogni.
E tu quale impostazione hai dato alla tua vita? Hai compiuto le tue scelte sul bisogno o sulla scia della ricerca della felicità? Sullo stato di necessità o sulla spinta all’autorealizzazione?
Scegliere è complesso.
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La settimana prossima porteremo il caso di Sabrina, alla ricerca di conciliare la sua esuberanza artistica con le richieste del mercato industriale.