Intelligenza lavorativa e profilo attitudinale


Da qualche settimana ci stiamo interrogando se di fronte a un cambiamento delle competenze richieste per lo svolgimento di un dato lavoro sia meglio aggiornare le competenze stesse di un lavoratore già in organico o assumerne uno nuovo. La risposta, per essere esaustiva, necessità dell’introduzione del concetto di “intelligenza lavorativa”, sulla scorta della teoria delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner.
Le intelligenze multiple
La teoria delle Intelligenze Multiple (IM) di Gardner ha messo in luce un aspetto delle intelligenze che prima non era stato considerato. Se infatti le intelligenze sono multiple, questo vuol dire che non sono solo legate allo sviluppo del quoziente intellettivo, ma anche ad altri tratti della persona. Ad esempio, è molto probabile che in contesti di tipo produttivo, la ricerca delle soluzioni possa avvenire attraverso la combinazione dell’intelligenza logico-matematica e visivo-spaziale. Di conseguenza lavoratori sequenziali che ben si adattano a processi ripetitivi e proceduralizzati, potrebbero non essere in grado di svolgere il nuovo compito, se non hanno sviluppato a sufficienza anche il loro “estro” creativo.
L’intelligenza lavorativa
L’intelligenza lavorativa è intesa come la capacità di discernere la migliore soluzione pratica e/o cognitiva al problema introdotto con l’innovazione di processo, adattando conseguentemente le competenze al cambiamento stesso. Agendo sull’intelligenza lavorativa si possono aggiornare le conoscenze, rinnovarle, selezionare le abilità necessarie a definire la competenza sulla base dell’innovazione introdotta. L’intelligenza è quindi al di sopra delle competenze, delle abilità e delle conoscenze ed è misurata dal datore di lavoro in termini di affidabilità nella ricerca e nella scelta delle soluzioni migliori per il raggiungimento dei risultati attesi.
Inoltre l’intelligenza lavorativa è essa stessa multipla: riconoscere quali intelligenze ha sviluppato una persona significa attribuirle un set di competenze, abilità e conoscenze utili ad intervenire in un dato processo produttivo o commerciale o amministrativo. Ad esempio la funzione commerciale, che genera il valore dell’azienda grazie alla vendita, richiede persone con sviluppata intelligenza interpersonale, che sappiano creare relazioni e contatti e gestirli poi in maniera efficace.
Allo stesso tempo è possibile immaginare quali siano le intelligenze da mettere in gioco per una data mansione, analizzandole all’interno di un profilo personale.
Il profilo attitudinale
Il profilo personale è l’insieme delle caratteristiche preferenziali della persona, le quali la rendono più adatta allo svolgimento della mansione richiesta. Capire in base al tipo di lavoro le attitudini preferenziali connotate ad ogni lavoratore, consente di migliorare le performance e di stabilizzare i comparti aziendali, aumentando nel tempo l’efficienza di tutto il sistema organizzativo aziendale.
Il profilo attitudinale è quindi la chiave di volta per migliorare il successo lavorativo.
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Nel prossimo articolo approfondiremo le differenze e relazioni esistenti tra intelligenze, attitudini e abilità.